Fotocronaca

Quando le Fontane di Roma erano delle piscine a cielo aperto

Nelle calde estati romane era una consuetudine per i cittadini della Capitale immergersi nelle sue Fontane...

Quando le Fontane di Roma erano delle piscine a cielo aperto

Nelle calde estati romane era una consuetudine per i cittadini della Capitale immergersi nelle Fontane, per rinfrescarsi e scacciare via l’afa al cospetto di opere artistiche dalla bellezza incommensurabile. Il fascino di quelle “piscine” costruite dinanzi alle sculture di artisti straordinari era ammaliante anche agli occhi dei turisti in viaggio in Italia.

Marcello come here!”, diceva Anita Ekberg nel film di La Dolce Vita, invitando Mastroianni a tuffarsi con lei all’interno della Fontana di Trevi. Del resto, si poteva fare.

Con gli anni, in seguito ad alcuni episodi che hanno messo in pericolo l’incolumità dei nostri monumenti, le amministrazioni comunali hanno provveduto a tutelare le Fontane di Roma vietando la possibilità di immergersi all’interno.
Cambiava il concetto alla base del rapporto con il proprio patrimonio artistico: non si tratta soltanto di un dono che appartiene ai cittadini per un regalo speciale fatto dalla Storia; ma bisogna tenere presente che i monumenti rimarranno lì per secoli e non possono essere “inquinati” dalle esigenze umane di un momento.  

Nonostante questo cambiamento, è rimasto il fascino di una “Roma sparita”, quella dei carretti, dei bagni nelle Fontane, quella della Dolce Vita. Turisti sconsiderati, romani irrispettosi, è capitato che si immergessero nelle Fontane dopo i divieti iniziati più di qualche decennio fa. Persone, forse, solo nostalgiche e speranzose di rivivere l’atmosfera di quella Roma pura immortalata dalle foto di Marcello Geppetti.

È proprio attraverso una serie di scatti di Geppetti che è possibile rivivere i momenti in cui tuffarsi nelle Fontane romane era concesso, come se fossero delle piscine a cielo aperto.

I bambini dalle marrane

Alcune delle immagini più emozionanti sono sicuramente le foto dei bambini muniti di maschera e retino che tentano di raccogliere le monete gettate dai turisti a Fontana di Trevi. Bambini che venivano dalle marrane, dalle zone periferiche e si muovevano in questa caccia ai metalli dentro la Fontana, di fronte a qualche vecchietta che “metteva i piedi a mollo”, mentre qualche turista ammirava le sculture che giganteggiano tra l’acqua.

I bagni alla Fontana del Gianicolo

Non solo Fontana di Trevi, in altre Fontane romane ci si tuffava, rinfrescava e divertiva. Spesso erano anche le stesse dive della Dolce Vita che per gioco s’immergevano nelle Fontane, scherzando con i propri amici.

Ecco, ad esempio, uno scatto di Marcello Geppetti che ritrae Hedie Hanse all’interno della Fontana del Gianicolo, che dopo essersi tuffata, schizza dell’acqua, scherzando, verso i suoi amici o i paparazzi che la stavano fotografando. Era settembre del 1962 e questo scatto è uno dei tanti che rappresenta la vivacità della Roma di quel periodo.

Altri simpatici scatti sono ambientati sempre alla Fontana del Gianicolo dove il più giovane del gruppo dei fotografi con i quali lavorava Geppetti, Gilberto Petrucci, detto Paparazzetto, viene preso due ragazze che per gioco tentano di trascinarlo con loro all’interno della Fontana. Il fotografo cerca di resistere, rischiando visibilmente di cadere.

Sempre alla Fontana del Gianicolo altre foto di Marcello Geppetti ritraggono Franco Nero che prende in braccio una sua amica per tentare di buttarla in acqua, mentre un’altra donna cerca di spingere entrambi.

Nell’immagine successiva in sequenza sono entrambi nella Fontana, un altro scatto che ci racconta di una Roma che non esiste più, in cui il concetto stesso di decoro urbano era qualcosa di diverso da quello che è oggi.

Le Fontane come sfondo della Dolce Vita

È un cult la scena, ricordata in precedenza, del film La Dolce Vita di Federico Fellini in cui la Ekberg esorta Marcello Mastroianni a tuffarsi dentro Fontana di Tevi; ma anche per altri divi di quel periodo le Fontane rappresentavano lo sfondo sotto il quale farsi ritrarre.

In questi scatti di Marcello Geppetti del 1966 vengono ritratti Brett Halsey e Margaret Lee mentre camminano sui blocchi di marmo posti all’interno di Fontana di Trevi.

Un altro pezzo di storia: la Barcaccia

Un’altra celebre Fontana romana usata da cittadini e turisti come una piccola piscina a Piazza di Spagna, ai piedi della scalinata di Trinità dei Monti, è la Fontana della Barcaccia.

In questo scatto di Marcello Geppetti diverse persone sono attorno alla Fontana della Barcaccia: qualcuno è lì per sfruttare la frescura emanata dall’acqua che scorre, qualcun altro si rinfresca bagnandosi i polsi, mentre un vigile sorveglia quell’atto assolutamente normale per l’epoca.

La Fontana della Barcaccia è stata un punto di riferimento soprattutto per “i capelloni”, ovvero quei gruppi di ragazzi dai capelli lunghi che abitavano sulla scalinata di Trinità dei Monti. La Barcaccia per loro non era solo un luogo per rinfrescarsi ma anche dove lavare i propri vestiti. Anche questa particolare esperienza di ribellione giovanile sessantottina è stata raccontata attraverso la macchina fotografica di Marcello Geppetti.

Tutti scatti che ci raccontato una Roma che non c’è più, una Roma ancora lontana dalle sembianze metropolitane che oggi ha acquisito, una Roma con le sue Fontane usate dai cittadini come “piscine”. Qualcuno ha voluto fare un tuffo nelle Fontane e nel passato, per questo è stato prontamente multato. L’ultima ordinanza che regola i limiti del decoro pubblico e del rispetto del patrimonio urbano è stata emanata dalla Sindaca Virginia Raggi, anche se ormai da decenni abbiamo imparato che le Fontane romane sono monumenti da tutelare e non con cui “giocare”.

Per avere con te un ricordo di quella Roma e di quelle Fontane, basta un click!

15 Giugno 2021

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